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Voce del Verbo: Curare

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Abbiamo chiesto ad Associazione Kiki, Riccardo Prandini ed Elena Macchioni dell’Università di Bologna il significato del verbo “curare”, aldilà della sua definizione grammaticale.

Di seguito le risposte di chi, con questo verbo, lavora ogni giorno.

Riccardo Prandini: «Prendersi cura di qualcuno o di qualcosa; conoscerne la storia, la condizione, il loro senso e saperli inquadrare in un percorso finalizzato a raggiungere un obiettivo; seguirlo e sostenerlo da vicino per il tempo necessario; aiutarlo a “fiorire” secondo la sua natura.»

Associazione Kiki
: «“Curare” per noi vuol dire “prendersi cura”. Questo prendersi cura introduce maggiore umanità e volontarietà nell’accogliere chi ha tutti i livelli ha bisogno di sostegno, vicinanza, attenzione, aiuto e anche di cure. Chi si occupa degli altri sta in una relazione circolare dalla quale trae a sua volta un’opportunità di arricchimento. In questo senso curare ci restituisce umanità. Regala gioia

Elena Macchioni: «Con il termine cura si fa riferimento ad una pratica che attiva un legame che si sviluppa fra “chi si prende cura” e “chi la riceve”, un legame tale per cui chi presta assistenza si sente responsabile del benessere di qualcun altro e, al contempo, mette in campo le proprie forze emotive, mentali e fisiche per ottemperare a tale responsabilità. Condizione necessaria per offrire cura è la capacità di ascolto e la disponibilità di tempo. La cura richiede un tempo lento che talvolta entra in conflitto con i ritmi accelerati della nostra società contemporanea.»

 

La stessa domanda è stata posta agli anziani del Centro Diurno.

Di seguito le loro risposte, mai banali, che ci fanno riflettere.

 

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