“Agli uomini proverei quanto sbagliano al pensare che smettono di innamorarsi quando invecchiano, senza sapere che invecchiano quando smettono di innamorarsi! Agli anziani insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia, ma con la dimenticanza” J. Welch.
Per questo è importante RICORDARE: per non dimenticare.
La forza dirompente del fotografare, apre il varco alle emozioni di momenti vissuti anche cent’anni prima.
Evocatrice di storie infinite, pur immortalando un singolo momento, la fotografia riesce a perpetuare nello spazio-tempo anche i volti dei più fragili e degli inascoltati.
“Tutto ciò che non è fotografato è perduto” recitava Calvino.
E parafrasando un così provocatorio corollario, non possiamo non ammettere come fotografare i “fragili”, le persone che si avviano nella fase finale della traiettoria di vita, le nostre nonne e gli anziani soli nelle vie di una città che rende anonimi, rappresenta un eremo di inestimabile valore ove serbare valori autentici e ricordi di attimi che non ci saranno più, ma che paradossalmente rimarranno per sempre.
Ritrarre una ruga che solca il volto, una mano nodosa custode di una vita di lavoro, occhi coperti da palpebre senili, abbracci astenici, ma carichi dell’amore più profondo, permettono all’osservatore, anche il meno attento, di rivivere momenti ed emozioni che solo gli anziani ci sanno insegnare.
Fotografare gli anziani è come onorare la loro più autentica memoria, che permette di ritrarre e tradurre in immagine un’eredità morale di unica Bellezza.
Un anziano che sogna, o che volteggia zoppicando, che sorride meravigliato dalle cose semplici esattamente come un bimbo, che si aggira silenzioso nelle strade di una deserta città o che rivive la propria solitudine trincerandosi nelle cortine di casa propria, sono immagini che serbano memorie che rischiano di essere dimenticate.
Fotografare gli anziani nei loro piccoli gesti quotidiani, i dettagli della loro dignità o la globalità delle loro relazioni più autentiche, come un abbraccio, ci regala un patrimonio di inestimabile valore che in un semplice scatto conserva il nostro più grande testamento di umanità.
Ed è grazie a questa eredità, regalataci dalle fotografia, dalla scrittura e dall’Arte tutta, che potremo tendere al futuro sulle fondamenta della tradizione e della storia.
“Se ho visto più lontano, è perché stavo sulle spalle dei giganti”. I Newton.
Articolo a cura di Roberto Ginesi- Fotografo – r.ginesi@unicampus.it
Di seguito le sue fotografie potenti ed iconiche.