A.B.C. della nutrizione per le persone anziane ed il ruolo dell’assistente familiare.
È credenza comune che la sana alimentazione sia quella fatta di frutta e verdura, cereali preferibilmente integrali, legumi, pesce, latticini, carne senza eccedere e almeno due litri di acqua al giorno. Che non si fraintenda, quanto detto può di certo essere un insieme di sane abitudini alimentari, ma è davvero abbastanza per definire la sana alimentazione? Dove si colloca tutto il “contorno” che spesso è proprio quello che fa la differenza e che rende tutto il resto sano? La convivialità di un pasto, il rispetto delle proprie tradizioni, un ricordo che torna alla mente con l’assaggio di un piatto dell’infanzia: non sono forse anche queste sane abitudini parte di una sana alimentazione?
Con l’avanzare dell’età aumenta il rischio di malnutrizione. Dopo i 70 anni il peso corporeo e la massa magra tendono a diminuire con conseguentemente un maggior rischio di sarcopenia, osteoporosi e fragilità ossea. Le abitudini alimentari tendono a peggiorare con l’avanzare dell’età a causa dello scarso appetito, della poca voglia di cucinare e della difficoltà nel giostrarsi tra le infinite scelte alimentari del supermercato. Ecco che quindi tende ad aumentare il consumo di alimenti ultra processati, cibi precotti e ricchi di conservanti.
In questi momenti è di cruciale importanza il ruolo del caregiver o dell’assistente familiare, adeguatamente formati. Spesso non si dà rilievo a quanto la formazione possa essere un grande aiuto nella prevenzione. La figura dell’assistente familiare, in particolare, va valorizzata, facilitando percorsi professionalizzanti, in modo da essere in grado di accudire persone con diversi gradi di auto-sufficienza psico-fisica. Nella mia esperienza di docente ai corsi finanziati da Assindaltcolf e promossi dalla Fondazione Alberto Sordi, ho verificato il grande interesse dei partecipanti a imparare come assistere la persona anche dal punto di vista alimentare, apprendendo consigli e strategie per trasmettere la sana alimentazione. D’altra parte, la domanda che spesso emerge è: “Come si può riuscire a proclamare la sana alimentazione, di certo preventiva nei confronti della malnutrizione, senza minare tutto il “contorno”, dunque le abitudini consolidate, le preferenze e le tradizioni della persona?
Tutelare tutto questo “contorno” non è meno importante del resto ed è semplice, basta seguire l’A.B.C.!
Ascoltare i Bisogni e cercare il Compromesso è la chiave che ci permette di introdurre la sana alimentazione a piccoli passi, senza stravolgere le abitudini e le preferenze alimentari della persona. Se l’Ascolto in generale è alla base di una buona intesa tra assistente e assistito, anche l’ascolto dei Bisogni nutrizionali non è da meno. La richiesta di un determinato alimento può racchiudere molto altro oltre al senso di fame: la ricerca di un particolare sapore, il bisogno di una “coccola”, la voglia di un gusto della tradizione. La risposta è sempre il Compromesso: solo così è possibile raggiungere l’obiettivo della sana alimentazione, così efficace per la tutela della salute.
Questo è quanto si cerca di trasmettere durante la formazione degli assistenti familiari. Le linee guida nutrizionali sono sicuramente essenziali, ma rimangono tali, delle guide. Mettere in pratica i consigli nutrizionali, anche se trasmessi da professionisti del settore, resta spesso la parte più difficile del lavoro.
Sappiamo tutti ad esempio che dovremmo bere almeno due litri di acqua al giorno (le donne adulte; mezzo litro in più gli uomini), eppure quanti lo fanno? La disidratazione è molto frequente nell’anziano e non solo. Dei consigli per raggiungere questo fabbisogno tra i più importanti? Provare le tisane e gli infusi, ne esistono anche “a freddo” e i gusti sono i più svariati! Provare con una routine di bicchieri di acqua: un bicchiere appena svegli, uno a colazione, uno a metà mattina e uno nel pomeriggio, due ai due pasti principali e uno prima di andare a dormire. O ancora: scrivere con un pennarello gli orari della giornata sulla bottiglia dell’acqua per vedere se ad ogni ora se ne è bevuta la giusta quantità. All’inizio non si riuscirà ad arrivare a due litri, ma si riuscirà a bere un bicchiere di acqua in più al giorno: il nostro obiettivo è il compromesso ed è raggiunto comunque!
Ecco che dunque l’obiettivo della sana alimentazione è raggiunto anche con un pezzetto di cioccolato (meglio se fondente) dopo pranzo, un cucchiaino di zucchero nel caffè o una porzione ogni tanto più abbondante di quel piatto così buono che ci ricorda l’infanzia. Al contrario di ciò che si potrebbe pensare: anche questa è sana alimentazione.
Dott.ssa Roberta Baldoni – Biologa Nutrizionista
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