Il mio percorso di volontaria presso il Centro Diurno Alberto Sordi è iniziato ben 17 anni fa e ho l’intenzione di proseguire ancora per tanti anni.

Ci sono varie motivazioni che portano ognuno di noi a prendere la decisione di fare volontariato, nel mio caso devo ringraziare la mia mamma.

Lei ha iniziato a frequentare il Centro quando aveva 90 anni ed ha proseguito per quasi due anni.  Due anni che le hanno permesso di vivere a pieno le sue giornate nonostante l’età. Quando è salita in Cielo, ho sentito il forte desiderio di ritrovare parte di lei qui al Centro con le sue amiche con cui condivideva le giornate. Inizialmente era più un’esigenza mia che, sì portava a fare del bene, ma che doveva riempire un vuoto lasciato da mia mamma.

Perché sono rimasta così a lungo? Perché ho trovato un mondo fatto di un’umanità che ha vissuto vite piene di esperienze, dolori, guerra, gioie che ti trasmettono e richiedono ascolto, attenzione e affetto.

Quando arrivo al mattino e ti dimostrano tutta la loro gioia perché sono felici di vederti, dimentico tutti gli affanni e i problemi che mi assillano nella mia vita. Mi regalano uno spazio dove io mi apro a loro e mi tolgo ogni “maschera” che le situazioni della vita quotidiana ti obbligano ad indossare. Praticamente, finalmente, sono me stessa. Parliamo, discutiamo, ridiamo, balliamo e ci scambiamo gesti di affetto e tutto questo fa bene a loro e fa bene a me.

Certo non sempre è facile, ma proprio per questo io considero questa esperienza come un cammino di vita. Cosa ho imparato in questi anni? Cosa mi è stato insegnato? Cosa ho trasmesso? Ascolto, affetto, condivisione di gioie e dolori, ma soprattutto rispetto verso un’umanità fisicamente fragile, ma ancora forte nell’anima che, nonostante tutto, ha ancora la voglia di mettersi in gioco e di vivere la vita fino in fondo come grande dono ricevuto dal Signore.

Aiutiamo e saremo aiutati, doniamoci e riceveremo altrettanti doni.