A cura di Marina Del Buono, Volontaria Associazione Alberto Sordi
CALOGERO
Calogero, come era il tuo Natale tanti anni fa nella tua terra di origine, la Sicilia, e come è oggi qui a Roma?”
“Il Natale che passavo da bambino con quello di oggi ha sicuramente delle differenze… e tante! Da “ragazzino”, circa negli anni ‘40, vivevo a Favara in provincia di Agrigento, dove sono nato. Si aspettava la festa del Natale e l’arrivo di Gesù Bambino come un momento magico, e anche se avevamo poco, l’atmosfera era molto bella.
Il mio paese non veniva adornato con le luci come adesso, ma c’erano le Novene: passava per le strade un gruppo di musicisti nei giorni che precedevano il Natale che cantavano e raccontavano gli eventi della nascita del Bambinello, fermandosi davanti agli altarini dove sopra o dentro c’era il Bambinello, che a volte era di cera. Negli altarini venivano messe arance, mandarini, fichi d’India e nove candele, 8 rosse e 1 bianca. Dalle case uscivano le persone per offrire loro un bicchiere di vino e il mostacciolo di vin cotto. In quel periodo a Favara arrivavano anche le giostre e per noi bambini, come anche per i grandi, era una gioia.
La sera del 24 dicembre era quella più festeggiata e sentita perché si aspettava l’arrivo del Bambinello. Tutta la famiglia si riuniva, ed eravamo tanti, mamma, papà, noi 8 figli, nipoti, quindi un esercito!
Per festeggiare si adornava una bella tavola e si preparavano cose buone da mangiare come gli sfinci siciliani, ossia piccole palline di pasta lievitata e fritte in olio bollente e a volte ci si metteva l’uva passa, poi pasta e altri dolci, oppure i taralli siciliani, i mostaccioli e i ceci riscaldati nella sabbia di mare che diventavano poi croccanti ed erano una delizia.
Nel periodo di dicembre era usanza anche “ammazzare il maiale” con cui si facevano tante salsicce e cose buone anche in preparazione del Natale, ed anche questo rituale era una grande festa.
Finito di mangiare si giocava a carte o tombola ed era un gran divertimento, noi bambini aspettavamo i regali, i regali erano solo per noi bambini. I regali erano cose semplici, tipo una spada, un carrettino, un cavalluccio finto; nonostante la semplicità noi eravamo felici.
Dopo la cena del 24 dicembre tutta la famiglia andava alla Santa Messa, così come tutto il paese senza nessuna distinzione politica di quel tempo, la chiesa era sempre piena di gente.
Il 25 dicembre ci si rimetteva a tavola tutti insieme e si mangiava tanto nuovamente: fettuccine, brodo e agnello al forno con tanta cipolla e patate e si portava a far cuocere il tutto al forno comune, ossia si preparava tutto a casa e poi si andava in questi forni, mentre la mia famiglia il forno lo aveva in casa.”
Cosa ti rimane di quel periodo?
“Mi rimane la riunione della famiglia, la condivisione e il ricordo di mia madre e mio padre. Era emozionante stare tutti insieme ed uniti.”
Raccontami il tuo Natale di oggi.
“Il Natale ora lo passo sempre a casa mia, a Roma, con tutta la mia famiglia. Ho 3 figlie femmine, nipoti e 2 pronipoti. Purtroppo, non c’è più mia moglie, ma ricevo tanto affetto dai miei famigliari.
La sera del 24 dicembre ci riuniamo e mangiamo tutto a base di pesce e fritture. Si gioca un po’ a carte e un po’ a tombola, ma non tanto. A messa non si va, quella tradizione purtroppo è andata scomparendo ormai! Peccato perché era il momento più bello della giornata.
Il 25 dicembre si sta di nuovo a casa mia, ci riuniamo tutti intorno ad una bella tavola apparecchiata e si mangiano fettuccine, abbacchio, patate, panettoni, torroni e tante altre cose.
Le cose però con il passare degli anni sono un po’ cambiate anche se la riunione della famiglia ancora esiste e i miei famigliari stanno tutti intorno a me, mi vogliono bene. Tuttavia, il divertimento non è come quando ero ragazzino ed è logico, sono due momenti diversi della mia vita e poi oggi a tavola si sta poco, c’è chi si alza, chi gioca con il telefonino, insomma poca condivisione, poca conversazione, la tecnologia ha messo fine al dialogo anche nei giorni di festa… peccato!”
Cosa ti auguri per questo Natale?
“Mi auguro di stare bene e di seguire le tradizioni sempre con la famiglia… perché la mia è una bella famiglia!”
FERNANDA
“Fernanda parlami Natale di quando eri piccola”.
“Io sono nata in Abruzzo, vicino L’Aquila, e sicuramente il Natale era differente da quello che festeggio oggi. Al paese non si faceva granché, tuttavia noi bambini ci divertivamo con la neve, costruivamo le capanne sempre con la neve, giocavamo fuori casa anche se era freddo.
Il 24 dicembre tutta la famiglia si riuniva per aspettare la nascita del Bambinello, nel frattempo si cenava con le cose buone che le donne preparavano: pasta e tonno, i fritti, tipo la mela fritta che è una usanza abruzzese e la faccio ancora a Roma, perché è buona ed è tradizione. La sera a mezzanotte, come da tradizione, con tutta la mia famiglia andavo alla Santa Messa.
Il 25 dicembre la famiglia si riuniva di nuovo a casa e si pranzava insieme, mangiando fettuccine, brodo, agnello, maiale, cose fritte e dolci come il sanguinaccio, pizza con gli sfrizzoli, il parrozzo che è dolce tipico abruzzese fatto con semolino e mandorle e ricoperto di cioccolato, panforte, e si giocava a tombola e a carte, ma noi ragazzi preferivamo giocare fuori casa con la neve.”
Raccontami del tuo Natale oggi
“Il Natale ora lo passo con tutti i miei famigliari, a casa mia o a casa di mia sorella, si fa l’albero di Natale e il presepio. La sera del 24 dicembre, come nel pranzo del 25, si cucina un po’ di tutto, anche se ovviamente la sera del 24 è tutto a base di pesce. Si parte con aperitivo, antipasto e poi al via con tutte le altre cose, tra cui le “mie mele fritte abruzzesi”, agnello, panettone, torrone.
La sera del 24 non andiamo più a messa, ci siamo andati fino ad un certo punto, poi non più, forse perché non c’è più l’atmosfera di una volta… tutto cambia.”
Cosa ti auguri per questo Natale?
“Mi auguro di stare sempre in salute e di festeggiare ancora tante festività con i miei cari!”
MARIA ANNA
Marianna mi racconti del tuo Natale da giovane e la differenza che avverti con il Natale di oggi?
“Sono nata a Roma ma ho anche sangue lombardo. Il mio Natale da bambina purtroppo non era molto bello, era il dopoguerra, c’era tanta fame e da mangiare avevamo poco e niente, avevamo tanta tristezza nel cuore. Si festeggiava per così dire o meglio per aspettare il Bambinello in famiglia, solo con i miei genitori e sorelle…. di più non si poteva fare, non facevamo né albero di Natale, né Presepe! A volte quando ci penso mi intristisco molto e mi viene da piangere.
Mia sorella, che era bravissima ed aveva, come si suol dire, le mani d’oro preparava da mangiare, faceva tante cosette buone ma semplici perché, come dicevo era il dopoguerra, c’era poco e tanta sofferenza. Si mangiava un po’ di pasta, qualcosa di carne e sempre mia sorella faceva un ciambellone.
Dopo gli anni ’50 iniziando a lavorare un po’ tutti (io ho iniziato a 12 anni) si è cominciato ad avere un po’ di benessere. Le mie sorelle si sono sposate, hanno avuto figli e di conseguenza anche le feste si facevano in altro modo… con qualcosa in più ed anche con più serenità.
Per quanto riguarda il cibo si mangiava pasta, pesce, fettuccine, fritti… insomma dopo gli anni ’50, ’55 fortunatamente le feste erano più allegre. Si giocava a tombola, a carte, ci divertivamo.
Una cosa bella che ricordo, sempre dopo gli anni ’50, era la processione che mio cognato, di origini napoletane, organizzava a casa. Tutta la famiglia andava in processione per tutte le stanze fino a depositare il Bambinello nella culla, poi si andava a Messa, a differenza di oggi che non si fa più.”
Raccontami il tuo Natale oggi
“Ora sono rimasta sola, mio marito non c’è più e non ho avuto figli, le mie sorelle non ci sono più, ho i miei nipoti. Quindi vado un giorno da un parente ed un giorno da un altro parente, ci riuniamo comunque nonostante tutto…
A volte si gioca a carte ma non sempre, e non ci va più di cucinare così si ordina l’asporto, anche perché purtroppo la nostra testa ed i nostri cuori sono pieni di dolore: proprio in questi giorni natalizi anni fa ho, anzi abbiamo, perso le persone care.
Ma nonostante tutto sono felice di passare queste giornate con i miei nipoti e ringrazio il Signore ogni giorno di darmi ancora questa opportunità e gioia.”
Cosa ti auguri per questo Natale?
“Mi auguro di continuare in salute a passare queste giornate di festa con i miei cari, non chiedo altro… è già tanto!”