Lo scorso giugno presso il Centro Alberto Sordi è stato portato a termine il progetto di musicoterapia “La musica non si dimentica” rivolto ad un gruppo di 11 anziani con decadimento cognitivo. È questa una delle proposte che la Fondazione Alberto Sordi ha voluto sostenere in una prospettiva di promozione dell’invecchiamento attivo e di tutela della qualità della vita dell’anziano.
È importante sottolineare che la musicoterapia pone sempre al centro i bisogni della persona: nell’ambito di un processo sistematico, le musicoterapiste che conducono l’intervento, individuano gli obiettivi da raggiungere per i singoli partecipanti e per il gruppo nel suo insieme, per poi scegliere le esperienze musicali più adeguate perché questo possa realizzarsi. Gli incontri dunque possono essere strutturati in maniera diversificata, utilizzando talvolta l’ascolto di musica eseguita dal vivo e scelta sul momento per stimolare la memoria, l’evocazione di vissuti e il loro racconto, oppure favorendo l’uso di semplici strumenti, per accompagnare quelle stesse melodie proposte dal vivo o per improvvisare, agendo così sulle capacità di attenzione, concentrazione e coordinazione motoria, oltre che sulla motivazione alla partecipazione in gruppo.
Il progetto, che si è sviluppato nell’arco di 16 incontri, non è un’esperienza isolata, ma si può considerare una parte, certamente più matura, di un percorso che ha mosso i suoi primi passi già nel 2018 fermandosi necessariamente a causa della pandemia. Questa esperienza condivisa nel tempo fra le due musicoterapiste e le operatrici del centro diurno ha consentito la realizzazione di un intervento sempre più mirato e meglio organizzato.
Nello specifico, in questo percorso terminato a giugno si è svolto uno studio pilota con cui si è voluto verificare lo sviluppo del percorso di musicoterapia per ciascun componente del gruppo, ma anche come il percorso stesso abbia inciso sul modo di partecipare di ognuno alle attività svolte prima e dopo, presso il centro diurno. Ciò grazie all’integrazione dell’osservazione svolta dalle musicoterapiste durante ogni singolo incontro, con quella svolta prima e dopo l’incontro stesso, dall’operatrice partecipante all’attività di musicoterapia. Lo strumento utilizzato è una scheda validata, il MiDAS (Music in Dementia Assessment Scale), attraverso cui è possibile misurare cinque aspetti chiave nella partecipazione della persona anziana alle attività: Interesse, Risposta, Iniziativa, Coinvolgimento, Piacere.
Lo studio pilota suggerisce che la musicoterapia ha un impatto positivo sui pazienti con demenza, con benefici osservabili sia durante che dopo le sessioni. I risultati sono promettenti, ma c’è ancora spazio per migliorare, soprattutto nel mantenimento dei benefici a lungo termine. Potrebbe essere utile in questo senso esplorare modi per integrare elementi di musicoterapia nella cura quotidiana, per prolungare i benefici tra le sessioni.
Lo studio tuttavia ha anche evidenziato la necessità di confermare questi risultati riproponendo la musicoterapia a un gruppo più ampio di utenti. Per questi motivi sarebbe importante sostenere con le risorse necessarie la realizzazione di nuovi progetti soprattutto in considerazione dell’apertura del nuovo “Centro Terapeutico Alberto Sordi – Centro Diurno per Persone con Alzheimer e altri tipi di demenze”, in via Giuffrè 160-166.
Le esperienze passate di musicoterapia presso il Centro Alberto Sordi e particolarmente questo studio pilota hanno mostrato come questa attività rientri a pieno titolo fra quelle di sostegno alla terza età, in grado contribuire nella prevenzione della demenza e del rischio di decadimento cognitivo, migliorando la qualità della vita dell’anziano.
Antonella Zenga – musicoterapista – antonzenga@gmail.com