“Caregiver che conciliano” è un Quaderno nato più di un anno fa quando la Fondazione Marco Vigorelli ha iniziato a chiedersi come supportare i caregiver nell’ambito della conciliazione famiglia-lavoro.
È stato un percorso che da subito ha coinvolto accademia, azienda, consulenza e Terzo Settore e in cui è emersa la necessità di costruire un dialogo con le istituzioni a supporto dell’impegno dei curanti.
Le Riflessioni e le Esperienze che si sono intrecciate in questa narrazione hanno ri-definito il ruolo del caregiver dal punto di vista giuridico, delle organizzazioni, nell’ambito sociologico-antropologico e in quello medico e hanno cercato di rispondere con good practices provenienti dal contesto dell’azienda, dal mondo della consulenza e del Terzo settore.
Il contributo della Fondazione Alberto Sordi, grazie all’articolo di Gabriella Facchinetti dal titolo Conciliare cura, famiglia e lavoro: il contributo degli Assistenti Familiari, ha messo a tema la figura degli assistenti familiari, sia dal punto di vista dell’impatto socio-economico del caregiving e della crescente domanda di assistenza professionale, sia dal punto di vista delle funzioni e delle competenze che gli assistenti familiari mettono al servizio della famiglia.
È stata l’occasione per raccontare l’esperienza di un modello di formazione avviato nel 2020 in collaborazione con il Corso di Laurea in Infermieristica dell’Università Campus Bio-Medico di Roma e con il sostegno finanziario di Assindatcolf.
Nell’impianto più generale del Quaderno, la voce della Fondazione Alberto Sordi ha rappresentato l’esperienza del Terzo settore nell’ambito del caregiving famigliare, che spesso si fa carico di istanze molto specifiche dei singoli a cui le politiche sociali non sempre riescono a dare risposte.
Il corso, in un ambiente simulato di assistenza domiciliare e ospedaliera, ha affrontato i temi dell’identità professionale, dei diritti e doveri dell’assistente familiare, della cura della casa e della persona, delle tecniche di comunicazione e delle abilità relazionali, dei principi di enogastronomia e della gestione delle emergenze e del pronto soccorso. È stato arricchito anche di un laboratorio teatrale per arricchire le competenze e le soft skills dei partecipanti.
Ma il mondo dei caregiver, sia di quelli professionali che di quelli informali, ci pone di fronte ad una questione che vale per tutti: se i caregiver si prendono cura di tante persone, chi si prende cura di loro? Soprattutto, se sono informali, per portare avanti il “lavoro” di cura accanto al proprio impegno professionale?
Il caregiving ha bisogno di supporti necessari che spesso esulano dalle politiche messe in atto nel contesto sociale. C’è quindi bisogno di una stretta alleanza tra profit e no profit per portare sul tavolo delle istituzioni e del decisore politico le reali questioni e necessità dei caregiver.
Alla luce di questo Quaderno i passi possibili sembrano i seguenti:
- definire i confini del caregiving, per delimitarne classi di appartenenza e costi;
- analizzare il rapporto del caregiver con la legge 104 e le attuali proposte di legge;
- sottolineare la funzione sociale e non solo individuale del caregiver;
- sviluppare il tema del caregiving nell’ambito del Diritto del lavoro e del Diritto di famiglia;
- rileggere tutti questi passi in ambito di sostenibilità non solo economica, ma sociale e culturale.
Un percorso così ampio necessita del contributo di tutti gli stakeholder della cura: l’individuo, la famiglia, le imprese, il Terzo settore, le istituzioni. L’auspicio è che, anche a partire da questo Quaderno, si possano gettare le basi per portare avanti piano piano, e con l’aiuto di tutti, un dialogo che sia di reale sostegno alla conciliazione del caregiver.
Sonia Vazzano
Ricerca e sviluppo Fondazione Marco Vigorelli