“La vita è un dono e, quando è lunga, è un privilegio, per se stessi e per gli altri. Sempre”.
Lo ha detto il Papa, ricevendo in udienza i partecipanti al primo Congresso internazionale di pastorale degli anziani, che si è svolto dal 29 al 31 gennaio all’Augustinianum di Roma per iniziativa del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita.
“Nel 21° secolo, la vecchiaia è divenuta uno dei tratti distintivi dell’umanità”, ha detto Francesco, facendo notare che “nel giro di pochi decenni, la piramide demografica – che un tempo poggiava su un gran numero di bambini e giovani e aveva al suo vertice pochi anziani – si è invertita”.
“Se un tempo gli anziani avrebbero potuto popolare un piccolo stato, oggi potrebbero popolare un intero continente”, la metafora scelta dal Papa, secondo il quale “l’ingente presenza degli anziani costituisce una novità per ogni ambiente sociale e geografico del mondo”.
Alla vecchiaia, inoltre, “oggi corrispondono stagioni differenti della vita: per molti è l’età in cui cessa l’impegno produttivo, le forze declinano e compaiono i segni della malattia, del bisogno di aiuto e l’isolamento sociale; ma per tanti è l’inizio di un lungo periodo di benessere psico-fisico e di libertà dagli obblighi lavorativi”.
“Il disorientamento sociale e, per molti versi, l’indifferenza e il rifiuto che le nostre società manifestano nei confronti degli anziani, chiamano tutti ad una seria riflessione per imparare a cogliere e ad apprezzare il valore della vecchiaia”.
“Oggi vorrei dirvi che anche gli anziani sono il presente e il domani. Sì, sono anche il futuro! Per questo è tanto importante che gli anziani e i giovani parlino fra loro”.
Da parte del Santo Padre, non poteva esserci invito, appello e … messaggio, più chiaro e più saggio.
Per il futuro di tutti.