Nell’anno del centenario della nascita, l’iniziativa del Ministero dello Sviluppo Economico e di Poste Italiane di dedicare ad Alberto Sordi un francobollo, un annullo postale ed il folder con dedica, ha un significato che travalica i confini nazionali e amplifica, oltre che gli aspetti talentuosi dell’artista, anche e soprattutto il valore ed i principi dell’Uomo.
“Giocava in pubblico con la fama di avaro perché solo pochissimi conoscevano ciò che faceva per gli altri”. E’ una frase che ben delinea l’Uomo Alberto Sordi – afferma l’Avv. Ciro Intino, Direttore della Fondazione Alberto Sordi – Alberto è l’attore più amato dalla gente, non solo per la poliedricità e l’innato talento. Nato a Roma il 15 giugno 1920 da Pietro, concertista del Teatro dell’Opera e Maria, maestra elementare, ha sempre dimostrato attaccamento viscerale alla sua città che amava profondamente, con tanti pregi e difetti che rese protagonisti attraverso personaggi indimenticabili. Spesso ci ha fatto ridere. A volte riflettere. Talvolta anche piangere. Così, com’è la vita.
Il carattere e la determinazione di Alberto Sordi, la tenacia e l’abnegazione che l’hanno portato al successo come attore in un’Italia difficile e piena di contrasti, rinunciando alla famiglia e “sposando” letteralmente la sua carriera, tanto da considerare suoi “figli” i quasi 200 film interpretati, ne fanno soprattutto un uomo sorprendente, eclettico quanto popolare.
Alberto non si sottrasse mai all’abbraccio del pubblico che considerava la sua famiglia. E la gente di Roma lo elesse sindaco per un giorno, in occasione dei suoi 80 anni. Alla sua morte una folla incredibile sfilò per giorni davanti a lui in segno di rispetto, amore, gratitudine.
Alberto ha rappresentato l’Italia. Le sue virtù, le sue fragilità. La forza vincente del cuore.
Con grande discrezione e riservatezza, era solito fare del bene senza farlo sapere. E proprio per effetto di quel cuore grande che aveva, Alberto ha continuato a sorprendere. Ha lasciato alla Fondazione che porta il suo nome, da lui creata nel 1992, un terreno su cui costruire un sogno, il suo sogno. Un progetto sociosanitario dedicato al miglioramento delle condizioni degli anziani. Su quel terreno è stato realizzato dall’Università Campus Bio-Medico di Roma, un polo di ricerca universitaria e un Centro per la Salute dell’Anziano. Nella sua lungimiranza, Alberto intuì che non solo l’anziano ha bisogno di cure mirate, ma che l’invecchiamento della popolazione sarebbe stato un fenomeno in forte e rapida crescita. Un cambiamento sociale. Bisognava aiutare le persone contro solitudine e abbandono, prime cause di depressione… e malattia: di qui l’esperienza del Centro Diurno Anziani Fragili .
Oggi la Fondazione Alberto Sordi continua a coltivare questo e tanti altri progetti sociali, culturali e di ricerca: attraverso il documento della Carta Alleanza per le Persone Anziane ha creato una rete di sinergie, relazioni e dialogo fra istituzioni, enti ed associazioni operative sul territorio. Con l’obiettivo di Alberto di mettere al centro la persona anziana.