Lo studio Friendship in Later Life condotto da Rosemary Blieszner, Aaron M. Ogletree e Rebecca G. Adams sottolinea come i legami di amicizia allevino la solitudine offrendo un supporto emotivo per affrontare ogni difficoltà.
Chiudiamo gli occhi e immaginiamo una spiaggia: siamo dei bambini accompagnati dai nostri genitori o dai nostri nonni. E per contrastare la noia cosa ci sollecitano a fare i nostri genitori? A fare amicizia con qualche altro bambino.
Un po’ per togliersi il pensiero di un bambino annoiato ma anche perché sanno quanto siano importanti le relazioni interpersonali e l’amicizia sin dalla prima infanzia.
Gli adulti quindi si trovano in questo strano paradosso in cui consigliano ai bambini di fare amicizia, per poi dimenticarsi di quanto questi consigli siano importanti soprattutto per loro.
È indubbio che la vita porta gli anziani a concentrarsi sulle relazioni familiari ma non per questo si dovrebbe smettere di coltivare nuove amicizie e rinforzare quelle di vecchia data.
E di difficoltà se ne incontrano parecchie in questa fase della vita: si va dai semplici “acciacchi”, alla triste consapevolezza che la lucidità e il vigore che si avevano da giovani diminuiscono, fino alla solitudine per la morte del coniuge.
L’isolamento sociale rende la vita difficile, deprime e spegne la voglia di vivere.
È importante correggere questo distorto pensiero comune che per l’anziano la solitudine e il profondo senso di tristezza siano inevitabili. Lo stereotipo dell’anziano solo, impostaci da una società che vede la vecchiaia come una malattia inguaribile e da tenere isolata, deve essere cancellato.
Queste frasi potrebbero sembrare “frasi fatte”, ma la mia esperienza di lavoro di cura conferma quanto l’avere amici può far cambiare lo sguardo sulle proprie circostanze.
Sperimento con frequenza quanto stare vicino alle persone anziane, che tendono a cadere nell’abisso della solitudine, sia fondamentale come vera e propria cura, come l’arma più potente.
Stargli accanto, trasmettergli amore, farli sentire parte di un’unica famiglia, guardargli negli occhi leggendo la loro richiesta di non essere abbandonati e rimanere soli e anche solo il tenerli per mano assume un forte valore di speranza, unione, amicizia.
In questa fase della vita i legami sociali sono importanti se non addirittura decisivi, rappresentano un vero e proprio nutriente per gli anziani. Per questo il nostro impegno è proprio nell’unione tra persone, nel sottolineare come le relazioni non siano un accessorio ma un antidoto prezioso.
Una buona, se non ottima qualità di vita è un diritto umano a qualsiasi età e non bisognerebbe mai abituarsi alla solitudine.
Educare alla relazione non è solo importante, ma anche urgente proprio perché vitale e in quanto sono le relazioni che aiutano a sostenere il benessere.
La Vita è in continua evoluzione, ed è importane saper accogliere ed essere pronti al cambiamento. Per cui per questa Giornata dell’amicizia faccio gli auguri ad ognuno dei lettori e incoraggio a curare le proprie relazioni amicali nel quotidiano.
Articolo a cura di Luciana Marzano – Operatore Sociosanitario del Centro Cure Palliative “Insieme nella Cura” – Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico