Riportiamo l’articolo del direttore della Fondazione Alberto Sordi, Ciro Intino, su Il Sole 24 Ore.
Necessaria certezza sul regime da applicare
Invecchiamento attivo e tutela della qualità della vita dell’anziano: questa la mission che la Fondazione Alberto Sordi persegue da anni attraverso progetti assistenziali a carattere territoriale in cooperazione con enti profit e realtà universitarie, finanziati dalla P. A. nonché mediante specifiche attività di raccolta fondi.
E nel contesto così delineato che la Fondazione Alberto Sordi, anche alla luce delle novità introdotte dalla Riforma del Terzo settore, sta valutando quale siano le modalità e la forma più adeguate per accedere al RUNTS. Una scelta che, in considerazione dei proventi della Fondazione, potrebbe ricadere sull’impresa sociale.
A tal riguardo rileva il regime fiscale di favore previsto dal D.lgs. n. 112/2017 che sarà operativo una volta ottenuta l’autorizzazione UE. Tale regime consentirebbe di reinvestire gli utili nelle attività di interesse generale.
Ma per poter procedere in tale direzione, è necessario avere certezza sul trattamento ai fini IVA delle prestazioni rese nel settore socio-sanitario, così superandosi recenti orientamenti di prassi che sembrano negare di fatto alle imprese sociali i benefici previsti dal regime di esenzione IVA ex art. 10, comma 1, n. 27 ter) DPR 633/1972 esclusivamente in favore di ETS non commerciali.
Andrebbe invece considerato che l’impresa sociale potrebbe accedere al regime di favore in quanto ente avente finalità di assistenza sociale, non rilevando a tal fine la sola natura commerciale dell’ente. Né va sottaciuto che in tal senso si è pronunciata la Corte di Giustizia che ha evidenziato come le stesse realtà di natura commerciale, quale è l’impresa sociale, perseguono tipiche finalità di assistenza sociale e/o socio sanitaria.
Alla luce di quanto sopra, si auspica una revisione degli orientamenti dell’Agenzia delle Entrate sul trattamento IVA delle prestazioni socio-sanitarie rese da imprese sociali.
Bisognerebbe consentire, anche alle realtà più strutturate, di scegliere la forma più idonea per accedere al RUNTS senza la necessità di modificare la propria decisione di assumere la qualifica di impresa, così consentendo a chi oggi applica il regime di esenzione IVA, di poter continuare a beneficiarne.
D’altro canto, in assenza di un orientamento univoco sul punto si rischia di porre le tante realtà non profitche si apprestano ad accedere al Registro, ivi inclusa la stessa Fondazione Alberto Sordi, nella condizione di valutare scelte alternative con il rischio di non rispettare e valorizzare la propria natura.
Né può sottacersi che la logica introdotta dalla Riforma è quella di inquadrare valorizzare l’impresa sociale quale veicolo attraverso cui creare sinergia con realtà profit.
A cura di Ciro Intino – Direttore Fondazione Alberto Sordi
Il Sole 24 Ore – Giovedì 9 Giugno 2022 – N. 157