In occasione della Giornata Mondiale del Libro, pubblichiamo una bella intervista concessa da Giulia Dapero, responsabile editoriale di Editrice Dapero, casa editrice specializzata sulla cultura della cura alle persone anziane fragili.
Come è nata l’idea di fondare questa casa editrice? C’è stata una particolare ispirazione o motivo che vi ha spinto a intraprendere questa attività?
L’idea di fondare una Casa Editrice specializzata sul settore dell’assistenza agli anziani fragili è nata nel cuore di mio padre, Renato Dapero, oltre 15 anni fa. Papà era stato direttore di una Casa di riposo pubblica qui in Emilia Romagna per moltii anni e conosceva bene i bisogni culturali di questo settore professionale. La sua sensibilità, inoltre, lo aveva portato a credere che servisse fare di più, a livello culturale, per tutte le professioni più a stretto contatto con la persona anziana all’interno dei servizi. Riuscì a trasmettere a me, come figlia, la passione e l’interesse per il mondo della cura alla persona anziana, direi fin da quando ero bambina, portandomi con lui spesso in Casa di riposo. Facevo i compiti nel suo ufficio e la merenda nel bar della struttura; imparavo da lui a interagire con le persone con demenza con umanità e rispetto e stringevo relazioni con alcune persone anziane residenti. Cosí, mentre papà si apprestava ad andare in pensione, e io a concludere i miei studi in filosofia, l’idea di creare una Casa editrice si fece concreta. Il 23 dicembre 2014 fondammo insieme Editrice Dapero, unendo le nostre competenze complementari e la nostra affinità culturale.
Potresti descrivere il tipo di pubblicazioni che la vostra casa editrice produce? Quali sono i vostri principali ambiti di interesse e focus editoriali?
Ci rivolgiamo principalmente ai professionisti che lavorano in strutture residenziali per anziani in tutta Italia. Fin da subito abbiamo scelto di dare un taglio il più possibile concreto alle nostre pubblicazioni, per rispondere ai problemi pratici della quotidianità del professionista. Abbiamo scelto anche di dare un taglio più umanistico e sociale, e meno tecnico-sanitario, perché più affine con il nostro background culturale e perché ci sembrava un’area più scoperta. Alcune nostre pubblicazioni inoltre si rivolgono anche alle famiglie.
Per fare qualche esempio, abbiamo pubblicato libri dedicati al fine vita della persona anziana e all’accompagnamento; all’elaborazione del lutto connesso alle perdite che la demenza porta con sé, così come alle attività e alle esperienze di vita ancora possibili nonostante la malattia. Altre opere hanno un taglio più manageriale e si rivolgono anche ai gestori dei servizi, dandosi l’obiettivo di diffondere una cultura organizzativa più “a misura di persona” (penso per esempio al nostro libro sulla gentilezza nei servizi, che è già alla sua quinta ristampa).
Infine, da poco stiamo sperimentando anche la via della lettura inclusiva e abbiamo abbracciato un progetto editoriale nato da alcune biblioteche della Regione Veneto che ha portato alla pubblicazione di un albo illustrato specifico per anziani con decadimento cognitivo.
Qual è il vostro ruolo nel movimento culturale per la buona cura della persona anziana all’interno delle strutture territoriali? Come pensate che la vostra casa editrice possa contribuire a promuovere una maggiore consapevolezza e sensibilità nella cultura della cura dell’anziano nel contesto locale e territoriale?
Credo che per procedere verso la “buona cura” sia importante creare “ponti” tra persone che sono sulla stessa “lunghezza d’onda” culturale, magari senza saperlo. Scoprire che non si è soli a credere in un determinato universo di valori professionali, aiuta ad andare avanti sulla propria strada. Il nostro sforzo è quello di chiarire sempre meglio questa cultura della cura e fare in modo che i professionisti si incontrino.
Noi ci impegniamo infatti a fare questo: unire i professionisti che credono nella cura a 360 gradi, e non solo attraverso le idee dei nostri libri. Organizziamo anche tanti eventi, di cui il più importante è il nostro Meeting delle Professioni di Cura, che ha fatto nascere reti informali tra professionisti lontani tra loro geograficamente ma non culturalmente.
Infine abbiamo anche una rivista online, su cui pubblichiamo diversi articoli per formare, informare e sensibilizzare, rivolgendoci anche alle famiglie, con contenuti di supporto e di ampliamento culturale anche per chi non è addetto ai lavori.
Qual è l’importanza delle attività culturali nella cura e nel supporto agli anziani, in particolare all’interno delle RSA? Come pensate che le vostre iniziative possano arricchire l’esperienza di vita degli anziani che vivono in queste strutture?
Gli studi stanno confermando l’intuizione di fondo su cui la nostra Casa editrice è nata: se il professionista sta bene, l’anziano starà bene. Abbiamo tanta cura per i professionisti, affinché possano averne, a loro volta, sempre di più e sempre meglio per gli anziani. Ecco perché abbiamo scelto di rivolgerci più specificatamente alle professioni che sono più a stretto contatto con le persone anziane, perché sono loro, alla fine, che possono fare concretamente la differenza per costruire un mondo di cura.
Avete avuto esperienze dirette nelle RSA, interagendo con operatori, direttori e familiari degli anziani? Quali sono stati i principali insegnamenti che avete tratto da queste esperienze e in che modo hanno influenzato il vostro lavoro editoriale
Assolutamente sì e in modo costante. Siamo nati “da dentro” le RSA, come dicevo, e abbiamo continuato a frequentarle per conoscerle sempre più a fondo. Personalmente visito di media una RSA diversa a settimana, e ho rapporti quotidiani con singoli professionisti, dai quali imparo moltissimo.
Senza l’incontro e l’ascolto verso di loro avremmo fatto ben poco. Ascoltiamo le loro problematiche e pensiamo così ai temi da proporre agli eventi e a come orientare la nostra produzione editoriale. In alcune occasioni intervisto gli anziani stessi, e devo dire che sono i momenti più interessanti per scoprire come un servizio dovrebbe funzionare. Ho infine rapporti con alcuni comitati parenti e associazioni di familiari, dai quali imparo sempre tantissimo, soprattutto per ciò che riguarda le esigenze affettive e relazionali che non si possono dimenticare se davvero si vuole parlare di Cura a 360 gradi.
Giulia Dapero
Giulia Dapero (classe 1990) è responsabile editoriale di Editrice Dapero, casa editrice specializzata sulla cultura della cura alle persone anziane fragili. Laureata in filosofia con lode e dignità di stampa, ha scelto di dedicarsi a quest’impresa culturale, con l’obiettivo di aumentare il riconoscimento sociale delle professioni sociosanitarie e la qualità di vita delle persone anziane nel nostro Paese.