Andrea Mati, è imprenditore e paesaggista, appassionato di arte e autore di opere ambientali, da molti anni compone anche musica contemporanea. Da sempre è impegnato nel sociale e ha dato vita a realtà imprenditoriali in grado di formare professionalmente persone provenienti da situazioni di difficoltà. Da alcuni anni si occupa in modo sempre più specifico della progettazione e realizzazione di giardini terapeutici, spazi studiati in ogni minimo dettaglio destinati a persone affette da deficit cognitivi: giardini in grado di essere un valido aiuto alla medicina tradizionale nel percorso di cura e riabilitazione. Grazie alla sua lunga esperienza nel campo della progettazione e alla collaborazione con medici specialisti e docenti universitari il progetto iniziale si è concretizzato dando vita a varie tipologie di giardino: dal terapeutico per malati di Alzheimer a quello per sindrome di Down e Autismo, fino alle ultime ideazioni per la cura dei disturbi alimentari e dei disagi legati a stress e depressione con i giardini per la riconnessine con la Natura.
Senza sostituire la medicina e la scienza, ma come terapia integrativa per il benessere dei pazienti, il contatto tra uomo e natura è stato dimostrato avere effetti benefici sulla salute dell’essere umano: abbassa i livelli di stress, rafforza le difese immunitarie, aiuta a ritrovare vitalità e soccorre in una fase depressiva o difficile, come quella vissuta in conseguenza dell’emergenza pandemica.
In questi anni la sua azienda ha realizzato diversi giardini terapeutici in Rsa o aziende ospedaliere per alleviare le sofferenze di persone affette da Alzheimer o malattie depressive. Nel 2019, ha sviluppato un progetto di ricerca finanziato dalla Regione Toscana presso la Rsa Argia di Figline Valdarno per la realizzazione di un ambiente interno ed esterno di un padiglione Alzheimer finalizzato alla sperimentazione di terapie non farmacologiche. Queste tipologie di giardino, progettati in base alle metodologie di cura adottate da ogni direzione sanitaria, sono calibrate sulle esigenze degli utenti e sugli obiettivi terapeutici da ricercare. Sempre più evidenze scientifiche ne rilevano i benefici sull’esito clinico dei percorsi di riabilitazione cognitiva e fisiologica, il ruolo nella riduzione del carico farmacologico sul paziente e nel miglioramento della qualità dell’assistenza con i caregiver e i familiari.
In stretta collaborazione con l’Università di Firenze, Centro dei Disturbi Cognitivi e Demenze, coordinato dal Professor Emerito Giulio Masotti, dal Primario Prof. Andrea Ungar e dal Prof. Giulio Mossello, docente e divulgatore, Mati ha progettato e realizzato diversi giardini dedicati alla cura dell’Alzheimer. Il primo al Centro Sperimentale Alzheimer di Monteoliveto proprio a Pistoia, gestito dallo stesso Professor Masotti, l’ultimo a Ravenna a Villa Serena.
La struttura del suddetto spazio verde è concepita come una sorta di percorso guidato lungo tutta una serie di stimolazioni sensoriali e percettivo – emozionali, con la finalità di riattivare i ricordi acquisiti nella giovinezza e sedimentati nella memoria a lungo termine.
Esso si snoda seguendo una linea ovale, atta a creare un continuum circolare, attraverso il quale il concetto del “passeggiare” (wandering), andare, viaggiare, riveste una particolare importanza, correlato al bisogno di scaricare la crisi d’ansia del paziente dovuta alla cosiddetta “sindrome del tramonto”, che investe tali soggetti durante la sera e li induce a scappare, per tornare alla loro “casa”, alla loro infanzia.
Il tema del “viaggio” è, da molti anni, oggetto di studi accreditati in questo campo ed è stato dimostrato che le persone affette da tale patologia avvertono la necessità di camminare, apparentemente senza una meta, al fine di tornare alla loro routine del passato.
Perciò la ricostruzione effettiva di un percorso che li induca a provare la sensazione di essere in viaggio, risulta essere assai benefica, nel tentativo di restituire serenità della persona stessa che quindi, passa da uno stato di forte ansia, ad uno di tranquillità senza l’ausilio della sedazione (riduzione farmacologica del 30%).
Risulta anche molto efficace intervallare il percorso stesso, con zone progettate per riattivare e stimolare le capacità motorie residue e la percezione sensoriale.
Il giardino terapeutico concepito per la Malattia di Alzheimer consta di due aree e alcuni elementi:
- Zona della riattivazione sensoriale e della reminiscenza: Affioramento dei ricordi positivi dell’infanzia e giovinezza della memoria a lungo termine, attraverso la selezione di piante che contribuiscano rafforzare i ricordi della gioventù ed al contempo a dare un contributo importante alla stimolazione sensoriale.
- Zona della riabilitazione motoria e manuale: Riattivazione motorio – cognitiva, tramite l’utilizzo di pannelli riabilitativi posti lungo il percorso, sempre di andamento ovale, al cui centro campeggia una grande aiuola di graminacee e fiori colorati.
- Fontana: una zona riservata all’installazione di una fontana con acqua corrente (elemento imprescindibile e fattore della riattivazione sensoriale e della reminiscenza)
- “Tunnel sensoriale”: realizzato con l’artificio di un pergolato in legno percorso da rampicanti profumati e collegato ad un dispositivo sonoro, che si attiva al passaggio delle persone.
- “Zona selvaggia”: uno spazio realizzato con graminacee ed altri arbusti complementari, che diano il senso della natura “selvaggia” ed incontaminata, che a detta dei medici, rispecchia perfettamente, la condizione psicologica del paziente, che regredisce ad uno stato primordiale.
Azione terapeutica in sintesi:
Stimolazione della percezione sensoriale e riabilitazione fisica, motoria e manuale
Superamento delle crisi di ansia legate alla “sindrome del tramonto”
Riattivazione della memoria a lungo termine e recupero dei ricordi positivi dell’infanzia
Abbassamento dei livelli di stress e ansia e induzione di uno stato di fiducia e benessere
Riduzione del carico farmacologico.
La ricerca di Andrea Mati è andata avanti e si è concentrata in questi ultimi anni anche sul rapporto tra i benefici della natura e la crescita di disturbi psichici e sociali come ansia, depressione e disturbi dell’umore legati agli effetti della pandemia. Questo filone di ricerca, condotto insieme a psichiatri, docenti dell’Università di Firenze e ortoterapeuti, ha portato alla progettazione di nuovi modelli di giardini per la riconnessione con la natura che possono diventare spazi verdi di libera fruizione a beneficio del benessere collettivo. La necessità di prendersi cura del proprio benessere psicofisico e di instaurare una equilibrata relazione con la natura, assume ancor più valore dopo le esperienze che stiamo passando. Non è più solo una questione di sostenibilità ma di riappropriarsi di un rapporto con gli elementi della natura per recuperare una dimensione umana che i tanti device con cui siamo costantemente connessi tendono a necrotizzare. Da questa ricerca sono scaturiti i nuovi concept di “giardini per la riconnessione con la natura” e il libro “Salvarsi con il verde”, Giunti Editore, 2022.
SITI DI RIFERIMENTO