In occasione del Workshop “Accordi che curano. Verso un’assistenza domiciliare integrata sociosanitaria e sociale”, organizzato da Fondazione Alberto Sordi con il contributo della Regione Lazio, abbiamo intervistato Gabriella Facchinetti, PhD, Infermiera, ricercatrice e membro della segreteria organizzativa dell’evento “Accordi che curano”.
Perché svolgere l’evento “Accordi che curano” nella Giornata in cui si festeggia la giustizia sociale?
«“Accordi che curano” nasce come un evento volto a promuovere il lavoro di rete dei servizi sociali e sanitari per le persone anziane. Il lavoro di rete di questi servizi garantisce che queste persone siano assistite in modo equo attraverso le varie modalità a disposizione del sistema sanitario e sociale. In modo analogo, il concetto di giustizia sociale è un principio fondamentale che intende garantire accesso a tutti in modo equo alle opportunità che una società può offrire. La giustizia sociale avviene quindi, quando rimuoviamo le barriere che le persone devono superare a causa del loro genere, dell’età, dell’appartenenza etnica, della religione, della cultura, o delle disabilità. Allo stregua di ciò, quando una persona anziana può partecipare ad un evento di socialità perché la sua malattia cronica è ben gestita grazie al lavoro dei servizi sanitari; quando un anziano si sente meno solo grazie al supporto dei servizi sociali e migliora il suo stato di benessere generale e la sua qualità di vita, è così che i servizi sociali e sanitari sono garanzia di giustizia sociale dell’anziano permettendogli di aggiungere vita ai giorni piuttosto che giorni alla vita.»
Quali sono gli obiettivi dell’evento? E quali risposte si aspetta?
«“Accordi che curano” vuole approfondire il tema dell’integrazione dei servizi domiciliari sociosanitari mettendo in dialogo i principali stakeholders, agevolando in particolare un confronto attivo tra la politica (Regione Lazio, Comune di Roma Capitale, ASL), gli erogatori (Associazioni, Cooperative, Enti del Terzo Settore) e i fruitori di questi servizi (famiglie, anziani, associazioni di pazienti, di familiari e di volontariato) in modo che le proposte emergenti possano avere una ricaduta reale e concreta sul territorio. Si dice che “il battito d’ali di una farfalla può provocare un uragano dall’altra parte del mondo” e così, da questo – anche se breve e sicuramente non esaustivo – momento di confronto, mi aspetto un rafforzamento di quella rete di cura che sostiene il benessere della persona anziana.»
Terza età e Assistenza all’anziano: qual è l’importanza del lavoro di rete?
«Il lavoro di rete dei servizi rappresenta un’opportunità di condividere strategie volte a produrre comportamenti sistemici, concordati dal basso con cui attivare molteplici processi favorevoli per il settore. Questa strategia concordata permette di potenziare i singoli servizi in un’ottica di condivisione di obiettivi, risorse ed esperienze. Lavorare in rete significa unire le forze, andare nella stessa direzione e solo così si può garantire un’offerta integrata di assistenza sanitaria, sociale e sociosanitaria, secondo un approccio basato sulla presa in carico di carattere continuativo e multidimensionale, orientato a favorire l’unitarietà delle risposte alla domanda di assistenza e cura che tenga conto delle condizioni e dei bisogni dell’anziano e della sua famiglia.»
Come se la immagina un’assistenza domiciliare sociale e sanitaria veramente integrata?
«La immagino come un mantello che avvolge la persona anziana e la sua famiglia; un mantello che offre rifugio dalla pioggia e calore nei giorni freddi. E così che immagino un servizio integrato… un servizio che permette alle persone assistite di potersi rifugiare dalla malattia, dal dolore, dalla solitudine e che offre calore in termini di cura, gentilezza, amore. Un servizio in grado di vedere e considerare realmente la persona nella sua interezza e globalità riuscendo a prevedere il decorso del suo stato sociale e di salute nel tempo, organizzando un progetto di esistenza per la persona in cui ci sia anticipazione della risposta al bisogno, personalizzazione, unicità dell’offerta e continuità di cure.»
L’evento si svolgerà il 20 febbraio 2023, in occasione della Giornata della giustizia sociale, per affrontare la questione del nuovo servizio proposto dalla “Riforma della non autosufficienza” denominato Assistenza Domiciliare Integrata Sociosanitaria e Sociale (ADISS).
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