Ricerche scientifiche dimostrano come nel momento in cui vengono meno facoltà cognitive e motorie, anche in anziani con demenza, le facoltà musicali e la sensibilità musicale si conservano.
Il linguaggio sonoro risveglia emozioni, le tracce mnesiche musicali nell’anziano hanno una grande resistenza, questo permette ad un musicoterapeuta specializzato di lavorare sul benessere biopsicosociale della persona, attraverso l’elemento sonoro, anche in casi in cui le terapie verbali non sono più praticabili.
Il linguaggio musicale, con tutti i suoi elementi, può essere utilizzato come canale di comunicazione alternativo in grado di contribuire a sciogliere ansie e paure, creare emozioni favorendo l’apertura al confronto e alla condivisione nell’ambito di attività di gruppo. Parallelamente, l’attivazione di alcuni processi propri della terapia musicale può rallentare il processo di degenerazione neurologica e può mettere in moto le risorse alternative.
L’esperienza musicale da parte dell’anziano, sia essa basata sull’ascolto o sulla produzione sonora mediante l’uso di semplici strumenti, sotto la guida del musicoterapeuta, può avere delle ricadute importanti sul benessere fisico, cognitivo e relazionale, sia per il miglioramento del tono dell’umore, sia nella buona gestione delle abilità residue.
Il progetto che prenderà il via il 22 febbraio, e avrà luogo ogni giovedì alle ore 14.00, è promosso dall’Associazione Alberto Sordi e sarà realizzato grazie al contributo della Compagnia teatrale “Insieme per caso” Progetto di Musicoterapia dell’Associazione Alberto Sordi – Fondazione Alberto Sordi.