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Progetto Alisea: intervista al Dott. Valentino Megale

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Oggi insieme al Dott. Megale, CEO di Softcare Studios, ci immergiamo nel modo delle tecnologie immersive per scoprire come queste siano utilizzabili in ambito terapeutico e del ruolo fondamentale che ricoprono all’interno del Progetto Alisea.


Cosa sono le tecnologie immersive?

 

Le tecnologie immersive sono sistemi progettati per coinvolgere la percezione dell’utente e fornire un’illusione più o meno realistica di essere parte del contenuto digitale che si sta osservando. L’utente si ritrova, così, immerso nel contenuto. Tale contenuto può essere sovrapposto all’ambiente fisico che l’utente continua a vedere e sentire come nel caso della realtà aumentata, oppure la persona può percepire solo contenuti digitali, separata dall’ambiente fisico circostante come nel caso della realtà virtuale. Il grado di immersione dipende da quale interfaccia viene impiegata, schermo o occhiali appositi per la realtà aumentata, oppure un visore dedicato per la realtà virtuale.


Può sintetizzarci i concetti che sono alla base dell’utilizzo delle tecnologie immersive?

 

Ciò che chiamiamo realtà fisica è il frutto delle informazioni che riceviamo dall’ambiente circostante attraverso i nostri sensi e che vengono elaborati e interpretati dal nostro cervello. La realtà è, insomma, sempre una percezione mediata e dipendente dal corretto funzionamento di sensi e cervello. L’impiego delle tecnologie immersive, in particolar modo della realtà virtuale (VR), si basa sul presupposto che se alla persona vengono forniti stimoli sensoriali tra di loro coerenti, è possibile illudere il cervello che ciò che stiamo vedendo sia realistico, paragonabile al mondo che vediamo quotidianamente. La realtà virtuale è essenzialmente un’illusione ottica e ci permette di simulare il senso di presenza in altri luoghi diversi da quelli in cui ci troviamo con il corpo. Possiamo esserne consapevoli, ma la percezione è un processo per buona parte inconsapevole e in grado di coinvolgere le parti più profonde del nostro essere. Con la VR questo processo è possibile guidarlo inducendo nell’utente reazioni utili in base al contesto di utilizzo, come la salute.


In ambito terapeutico, in che modo esse possono incidere positivamente?

 

Fin dagli anni 90, la VR è stata impiegata per intervento di supporto della salute e del benessere degli utenti. Il presupposto è che una buona parte della nostra salute come individui dipende dal nostro benessere mentale e supportare la nostra mente può aiutarci ad affrontare meglio terapia, ridurre stati di ansia e dolore, rendere più efficienti percorsi di riabilitazione o addirittura trattare condizioni quali disturbi alimentari, stress post traumatico e fobie.


Softcare Studios è una startup di salute digitale: può raccontarcela?

 

Abbiamo fondato Softcare Studios nel 2017 a Roma, con l’obiettivo di fornire ai pazienti nuovi strumenti per la gestione dello stress durante trattamenti medici stressanti e l’ospedalizzazione. Per farlo, sviluppiamo soluzioni digitali e non invasive basate sulla realtà virtuale. Scenari immersivi progettati per aiutare i pazienti pediatrici a vivere meglio la terapia (come nel caso del nostro progetto TOMMI), o per educare pazienti anziani sul funzionamento del test di risonanza magnetica (NOA), o infine per connettere pazienti tra ospedali diversi promuovendone le relazioni sociali (come con il prossimo progetto AREAL).


Alisea: in questo percorso, quanto è stato importante il sostegno di un partner autorevole come Fondazione Alberto Sordi?


Il successo di un progetto nasce da una profonda conoscenza del paziente e delle sue necessità. Collaborare con una realtà quale la Fondazione Alberto Sordi ci permette di approfondire tale conoscenza con chi quotidianamente opera con il target di pazienti che vogliamo supportare, facendo emergere le loro fragilità e aspirazioni, tutte da considerare al momento della progettazione.


Cosa, a suo avviso, rende unica l’esperienza della frequentazione di un giardino sensoriale?

 

Il nostro benessere mentale dipende da quali attività svolgiamo, come impieghiamo il nostro tempo e dove lo passiamo. Spazio, interazioni e tempo sono il perimetro della nostra espressione e fornire uno spazio adatto a fare emergere il meglio delle nostre potenzialità è paragonabile ad un intervento terapeutico tradizionale. Non è solo un passatempo, ma una vera e propria cura con profonde implicazioni sulla salute totale dell’individuo.


E quanto può essere importante, questa esperienza, se vissuta da utenti in terza età?

 

Troppo spesso utenti in terza età vivono un ruolo progressivamente più marginale nella società, riducono le esperienze vissute, le connessioni sociali e gli spazi frequentati. Fattori riconosciuti come di rischio per il progressivo peggioramento dello stato di salute generale o ancora di più se collegato a specifiche condizioni patologiche. Un progetto simile punta a restituire a questi utenti la ricchezza sensoriale ed esperienziale della vita, utile a stimolare la loro mente e corpo, promuovendone le attività e lo stato di salute.


Un suo invito a sostenere la campagna di crowfunding a sostegno del progetto Alisea.

 

Alisea è un’opportunità per aiutare pazienti con fragilità tenendo in considerazione non solo le criticità della malattia, ma anche i bisogni più profondi e umani dei pazienti quali le connessioni sociali e la comunicazione. Vogliamo farlo sia fornendo uno spazio di cura fisico, sia una sua versione virtuale per continuare ad aiutare i pazienti anche quando l’accesso allo spazio fisico è per qualche motivo impedito o ridotto, come adesso durante la pandemia. Parole d’ordine: accessibilità e continuità della cura. Aiutateci a concretizzare questo progetto partecipando alla campagna di crowdfunding su Social Lending.


Parliamo di cinema. Quali sono i film con protagonista Alberto Sordi che ha amato di più?

 

Davvero difficile scegliere, personalmente ho adorato Lo sceicco bianco ma tutti i suoi film fanno parte letteralmente della cultura (cinematografica e non) italiana e internazionale. Quando penso ad Alberto Sordi immagino un uomo con i piedi ben saldi per terra, realista, eternamente giovane e sognatore davanti al suo pubblico


Qui il link diretto per sostenere questo progetto:  paypal.me/pools/c/8uvQlpb34d .

 

Oppure tramite bonifico sul conto corrente dedicato alle seguenti coordinate:

Antea Cassino Associazione onlus

IBAN: IT63 H076 0114 8000 0006 3346 464

Causale: donazione per campagna alisea 

 

Info sulla campagna: https://www.sociallendingitalia.net/progetti/alisea/

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