Incontro a Roma della Fondazione Sordi sul valore e sull’impegno del volontariato: “E’ la nostra prima missione, nelle intenzioni del fondatore Alberto Sordi” afferma il direttore Intino
La diffusa preoccupazione relativa alla crescita della popolazione anziana in un Paese, come l’Italia, secondo al mondo per l’attesa media di vita e per il numero degli anziani, cui non corrispondono adeguati servizi e strutture assistenziali, ha oggi una certezza nel ruolo e nell’impegno del Volontariato.
La Fondazione Alberto Sordi ha celebrato a Roma la Giornata Internazionale del Volontariato ricordando che il primo obiettivo – nelle intenzioni del fondatore – è migliorare la condizione della persona anziana. E proprio “Insieme con gli anziani” è stato il titolo della tavola rotonda, svoltasi nell’aula magna del collegio Celimontano di Roma, dedicata al ruolo fondamentale dei volontari – come ha sottolineato il direttore della Fondazione Alberto Sordi avv. Ciro Intino – al loro impegno in prima linea al fianco di chi ha bisogno, soprattutto per combattere le condizioni di solitudine, sia affettiva che nei rapporti sociali.
”Alberto Sordi, di cui nel 2020 ricorrerà il centenario dalla nascita, nella sua lungimiranza, ha visto giusto. – ha detto il Direttore Intino – Quando ci riferiamo agli anziani, non è esagerato parlare di una nuova forma di povertà, quella relazionale che spesso si svela in modo drammatico e causa solitudine, depressione, anche patologie gravi. I volontari in quanto testimoni di valori come la gratuità e la solidarietà, sono costruttori di una diversa cittadinanza, partecipata ed attiva, che sostiene e vivifica quelle relazioni primarie, familiari e amicali che concorrono all’edificazione della dignità di ciascuna persona umana. Ecco perché, come è stato sottolineato durante l’incontro, la figura centrale del Volontario e la sua preziosa quanto continua opera di sostegno, cura ed assistenza, acquista maggiore importanza sociale quando si parla della persona anziana e delle sue necessità.
Più volte il moderatore, Pietro Ferrari Bravo, coordinatore dell’Ufficio Riforma Terzo Settore Assifero, ha portato provocatoriamente la discussione sugli aspetti delle odierne difficoltà della nostra sanità a rispondere alle esigenze reali degli anziani, nell’ambito delle necessità e delle strutture dei servizi assistenziali “professionali”. Ma la risposta è stata unanime. Il Volontario è quella figura definita “valore e risorsa” al tempo stesso.
“Una riflessione sul valore sociale (ed economico) del volontariato appare particolarmente utile in un periodo storico in cui occorre ripensare il welfare tradizionale: il volontariato ha lo straordinario ruolo di indicare fattivamente la strada per un welfare “comunitario e responsabile” – ha detto il prof. Folco Cimagalli, Ordinario di Sociologia alla LUMSA e presidente della Fondazione Roma Solidale – Senza soffermarci sulla possibilità e l’opportunità di misurare tale valore, possiamo individuare tre diversi ambiti, tra loro interconnessi. Primo, la valenza economica: i servizi prodotti sono visibili e impattano sulla realtà sociale, producono economie, hanno conseguenze sulla sostenibilità del welfare. Secondo, il valore di legame: l’azione volontaria genera relazioni, alimenta fiducia: va cioè a colmare uno dei profondi vuoti delle società iper-individualistiche dei nostri giorni. Terzo, il valore di partecipazione: il volontariato è uno dei pochi ambiti in cui l’individuo contemporaneo opera sulla scena pubblica”.
La Fondazione Alberto Sordi ha lanciato un messaggio forte e solidale in tale occasione, cui hanno risposto con testimonianze dirette e appassionate anche Vincenzo Costa per Auser, Lidia Borzì per Acli e Antonio Mazzarotto delle Politiche sociali della Regione Lazio che ha ricordato come ormai l’apporto concreto delle forze del volontariato siano irrinunciabili nell’opera di affiancamento al Servizio Sanitario Nazionale. Il Volontario per il territorio è risorsa unica e crea valore aggiunto, perciò va sostenuto e riconosciuto come lavoro a tutti gli effetti.
Infine, a fianco della Fondazione, nell’intervento di Maddalena Pennacchini è stato ricordato il lavoro e l’impegno dell’Associazione Alberto Sordi, con i suoi servizi assistenziali ed in particolare il Centro Diurno. Una risposta poliedrica, concreta ed efficace per affrontare diversi aspetti dell’anziano nella società civile, soprattutto guardando alle prospettive future dell’invecchiamento della popolazione inversamente proporzionale alla crescita dei servizi e dell’assistenza mirata che impone oggi la collaborazione primaria fra Pubblico e Privato.