Oltre un anno di pandemia. Esistenze private di abbracci, carezze, baci. Sorrisi intravisti, mortificati dalle mascherine. Abbiamo imparato a comunicare con gli occhi, a trasmetterci calore e vicinanza in forme fino a tredici mesi fa inesplorate. Le nostre vite come in una bolla: fuori dal tempo e dallo spazio. Lavoro e casa oppure, addirittura, lavoro da casa e stop: zero socialità, bellezza ridotta ai minimi termini dall’impossibilità di poterne frequentare i luoghi. Musei, cinema, teatri, stadi, palazzi della musica, le case di amici e parenti: sarà bello poterci tornare. Zona rossa è un set di solitudine in cui però la speranza resiste: viva. Nella tristezza di vedere i nonni separati dai nipoti, a distanza di un anno le parole di Papa Francesco restano attuali.
E la sua preghiera è anche la nostra:
Preghiamo oggi per gli anziani, specialmente per coloro che sono isolati o nelle case di riposo. Loro hanno paura, paura di morire da soli. Sentono questa pandemia come una cosa aggressiva per loro. Loro sono le nostre radici, la nostra storia. Loro ci hanno dato la fede, la tradizione, il senso di appartenenza a una patria. Preghiamo per loro perché il Signore sia loro vicino in questo momento.